Campello Monti - Pissa dei Dannati
Infoseite
Il sentiero della “Pissa dei Danai”
Le popolazioni di origine Waser avevano la preoccupazione che le anime dei defunti lasciassero le proprie case. Era una preoccupazione diffusa, tanto che nelle abitazioni di molti villaggi walser è presente una piccola apertura, chiamata “Finestra dell’anima”, posta sul lato Sud della casa, che secondo la tradizione veniva aperta solo in occasione della morte di un abitante della casa stessa la notte della veglia, perché, come scrive il Mortarotti nel suo libro “I Walser” “L’anima trovasse il passaggio per uscire e poi richiusa e sbarrata perché il morto non trovasse più la via del ritorno”. A Campello queste finestrelle non sono presenti nelle abitazioni ma persisteva la preoccupazione di far allontanare le anime, soprattutto quelle dannate che erano quelle inquiete, non “in grazia di Dio”. Erano spiriti che non avevano pace, che erravano e ai quali si attribuivano l’arrivo di malattie, i rumori in casa, l’irrequietezza degli animali nella stalla.
In questi casi ci si rivolgeva a preti esorcisti, mandati a chiamare appositamente. Questi preti “prendevano” queste anime e le confinavano in un luogo dove non potevano più infastidire le persone e le famiglie. Il rito di “confinamento” iniziava presso l’antica Chiesa di Campello, che era in basso al paese, alla frazione Gaby e avveniva mediante una processione a cui partecipava tutto il paese, mentre il prete esorcista recitava specifiche preghiere. Testimonianze orali tramandatesi, ricordano che il prete sudava copiosamente durante questo rito, dovendo “lottare” contro queste anime che si rifiutavano di essere confinate.
Il luogo di confinamento era la Pissa dei Danai, la Cascata dei Dannati, che si trova di fronte alla frazione Pian Pennino.
Il sentiero utilizzato dalla processione parte da Campello attraversa la frazione Ronco, passa dalla zona delle preasore, e raggiunge la Pissa dei Danai con andamento pianeggiante.
Questo sentiero è stato recentemente restaurato e fornito di segnaletica grazie al contributo della “Fondazione Comunitaria del VCO”, di ALESSI S.p.A. e della Pro Loco di Campello Monti, con la collaborazione del Comune di Valstrona.
Dalla testimonianza del campellese Vittorio Raimondo Balestroni – Kampel, 03/08/2002
Le popolazioni di origine Waser avevano la preoccupazione che le anime dei defunti lasciassero le proprie case. Era una preoccupazione diffusa, tanto che nelle abitazioni di molti villaggi walser è presente una piccola apertura, chiamata “Finestra dell’anima”, posta sul lato Sud della casa, che secondo la tradizione veniva aperta solo in occasione della morte di un abitante della casa stessa la notte della veglia, perché, come scrive il Mortarotti nel suo libro “I Walser” “L’anima trovasse il passaggio per uscire e poi richiusa e sbarrata perché il morto non trovasse più la via del ritorno”. A Campello queste finestrelle non sono presenti nelle abitazioni ma persisteva la preoccupazione di far allontanare le anime, soprattutto quelle dannate che erano quelle inquiete, non “in grazia di Dio”. Erano spiriti che non avevano pace, che erravano e ai quali si attribuivano l’arrivo di malattie, i rumori in casa, l’irrequietezza degli animali nella stalla.
In questi casi ci si rivolgeva a preti esorcisti, mandati a chiamare appositamente. Questi preti “prendevano” queste anime e le confinavano in un luogo dove non potevano più infastidire le persone e le famiglie. Il rito di “confinamento” iniziava presso l’antica Chiesa di Campello, che era in basso al paese, alla frazione Gaby e avveniva mediante una processione a cui partecipava tutto il paese, mentre il prete esorcista recitava specifiche preghiere. Testimonianze orali tramandatesi, ricordano che il prete sudava copiosamente durante questo rito, dovendo “lottare” contro queste anime che si rifiutavano di essere confinate.
Il luogo di confinamento era la Pissa dei Danai, la Cascata dei Dannati, che si trova di fronte alla frazione Pian Pennino.
Il sentiero utilizzato dalla processione parte da Campello attraversa la frazione Ronco, passa dalla zona delle preasore, e raggiunge la Pissa dei Danai con andamento pianeggiante.
Questo sentiero è stato recentemente restaurato e fornito di segnaletica grazie al contributo della “Fondazione Comunitaria del VCO”, di ALESSI S.p.A. e della Pro Loco di Campello Monti, con la collaborazione del Comune di Valstrona.
Dalla testimonianza del campellese Vittorio Raimondo Balestroni – Kampel, 03/08/2002
Le preasore di Campello Monti.
In Valle Strona, nel villaggio walser di Campello Monti (Kampel) sono in uso fin dai primi anni dell’800 dei frigoriferi naturali, le preasore (prea = pietra – sora = che soffia): si trovano alla base di una frana di massi addossata alla parete rocciosa che scende dall’alpe Penninetto.
Si tratta di quattro piccole strutture in pietra, sorgono a valle del paese, sulla sponda destra dello Strona, poco dopo i casolari della frazione Ronco. Sono di piccole dimensioni : sono di circa di 4-5 m2 e alte all’incirca 2m, sono munite di un uscio in legno e presentano una piccola apertura nella muratura dalla quale, anche dall’esterno, si sente uscire il “soffio” di aria fresca.
Le strutture murarie sono in genere di pietre recuperate sul posto legate con malta e intonacate lasciando le pietre a vista, il tetto è in piode.
Dal lato a monte di queste cantinette da una fessura della roccia esce un flusso di aria fredda che oscilla, a seconda delle stagioni, tra i -0.3 e 6.5 gradi, temperatura ideale per la conservazione di verdure, di formaggi e, per pochi giorni, anche della carne. La temperatura è costantemente bassa, la corrente d’aria in uscita sempre avvertibile. La refrigerazione è talmente efficace che nel periodo invernale i proprietari evitavano di utilizzarle perché la temperatura poteva raggiungere il punto di congelamento.
All’interno delle preasore si trovano ripiani di legno e gabbie in rete metallica di varie misure per riporre i prodotti alimentari da conservare. Esternamente, in un caso, vi è una panchina in beola.
Tutte si trovano in ottimo stato di conservazione e, volendo, si potrebbero ancora utilizzare.
Tre preasore campellesi appartengono a gruppi famigliari, come si evince dalle targhe di proprietà sulle porte: Gulienetti, Janetti, Tensi; una quarta appartiene all’albergo Nigritella .
Le preasore sono state utilizzate dai campellesi fino agli anni 60 del Novecento e abbandonate, nel loro uso quotidiano, solo con il progressivo arrivo dei frigoriferi nelle case.
Bibliografia
Atti del XXIX Convegno di Studi della Walsergemeinschaft Kampel del 31 luglio 2021
In Valle Strona, nel villaggio walser di Campello Monti (Kampel) sono in uso fin dai primi anni dell’800 dei frigoriferi naturali, le preasore (prea = pietra – sora = che soffia): si trovano alla base di una frana di massi addossata alla parete rocciosa che scende dall’alpe Penninetto.
Si tratta di quattro piccole strutture in pietra, sorgono a valle del paese, sulla sponda destra dello Strona, poco dopo i casolari della frazione Ronco. Sono di piccole dimensioni : sono di circa di 4-5 m2 e alte all’incirca 2m, sono munite di un uscio in legno e presentano una piccola apertura nella muratura dalla quale, anche dall’esterno, si sente uscire il “soffio” di aria fresca.
Le strutture murarie sono in genere di pietre recuperate sul posto legate con malta e intonacate lasciando le pietre a vista, il tetto è in piode.
Dal lato a monte di queste cantinette da una fessura della roccia esce un flusso di aria fredda che oscilla, a seconda delle stagioni, tra i -0.3 e 6.5 gradi, temperatura ideale per la conservazione di verdure, di formaggi e, per pochi giorni, anche della carne. La temperatura è costantemente bassa, la corrente d’aria in uscita sempre avvertibile. La refrigerazione è talmente efficace che nel periodo invernale i proprietari evitavano di utilizzarle perché la temperatura poteva raggiungere il punto di congelamento.
All’interno delle preasore si trovano ripiani di legno e gabbie in rete metallica di varie misure per riporre i prodotti alimentari da conservare. Esternamente, in un caso, vi è una panchina in beola.
Tutte si trovano in ottimo stato di conservazione e, volendo, si potrebbero ancora utilizzare.
Tre preasore campellesi appartengono a gruppi famigliari, come si evince dalle targhe di proprietà sulle porte: Gulienetti, Janetti, Tensi; una quarta appartiene all’albergo Nigritella .
Le preasore sono state utilizzate dai campellesi fino agli anni 60 del Novecento e abbandonate, nel loro uso quotidiano, solo con il progressivo arrivo dei frigoriferi nelle case.
Bibliografia
Atti del XXIX Convegno di Studi della Walsergemeinschaft Kampel del 31 luglio 2021
Anlagen
- Il sentiero della Pissa dei Danai[.pdf 363,4 Kb - 27.06.2023]
- Il sentiero della Pissa dei Danai[.jpg 184,91 Kb - 27.06.2023]
- Le preasore di Campello Monti.[.pdf 224,99 Kb - 27.06.2023]
- Le preasore di Campello Monti.[.png 962,43 Kb - 27.06.2023]